La cappella, sicuramente di origine molto antica, sorge sulla Comasina, al settimo miglio della via consolare romana che conduceva a Como. La parte più antica è l’abside, mentre il resto (pareti, facciata) ha subito più modifiche importanti. Basti pensare che ben due volte la cappella fu tagliata, arretrando la facciata: prima gli austriaci nel 1791 per allargare la strada (tre metri), poi nel 1971 la soc. Edison, proprietaria della linea tranviaria, perché le vibrazioni dovute al passaggio del tram avevano reso pericolante la facciata (altri due metri). Nella parete laterale a Nord furono trovati resti dell’antico miliario romano.
L’affresco sulla parete dell’abside è del 1779 ed è opera di Gianbattista Gariboldi, di cui si conoscono numerosi cicli pittorici in Lombardia. Ritrae Maria Vergine con in grembo il Bambino che regge il globo (è il re del mondo); ai loro piedi S. Ambrogio a sinistra e S. Lucio di Val Cavargna a destra. San Lucio, protettore dei casari e dei pastori, ha in mano una ciotola di latte. Accanto a lui un secchio di latte ed una capra. Il dolcissimo viso della Madonna é probabilmente il motivo della intitolazione corretta della cappella "Beata Vergina della Consolazione al Pilastrello".
Curiosa la vicenda di S. Liucio, che non conoscevo. Vissuto tra il sec XII e il XIII si narra che fosse un abile casaro. Licenziato dal padrone con l’ingiusta accusa di furto, perché regalava ai poveri il formaggio che riusciva a ricavare dagli scarti di lavorazione, venne assunto da un altro allevatore. Mentre Lucio continuò a regalare ai poveri parte del formaggio che produceva, l’azienda prosperò subito in modo quasi miracoloso, mentre il precedente padrone si impoveriva sempre più, arrivando al fallimento. Accecato dall’ira il vecchio padrone lo uccise. Gli annali riportano anche lunghe discussioni se l’uccisione dovesse considerarsi martirio o meno, dato che Lucio non venne ucciso per motivi di fede, ma per rivalità economica. La disputa fu risolta da S. Tommaso, che proclamò la santità del giovanetto per il coraggio e l'abnegazione con cui perseguì l'ideale dell'aiuto ai più bisognosi. Il culto di S. Lucio è diffuso nelle valli tra Como e la Svizzera e nel bergamasco. Il santuario a lui dedicato si trova al Passo S. Lucio, tra la Val Cavargna e la Val Colla, proprio sul confine con la Svizzera, dove secondo la tradizione san Lucio fu ucciso.
Il dipinto non è visibile dall’esterno, né il santo "vede" fuori, però è incontestabile che la cappella (o quello che c’era prima) svolga da ben più di un millennio il suo ruolo di presidio sacro del territorio.
Una curiosità: durante i lavori di restauro del 1989 si scoprì dietro l’abside una seconda parete, staccata di 18 cm, decorata con un affresco più antico; l’analisi endoscopica allora effettuata ha restituito le immagini della Madonna col Bambino, S. Sebastiano e (forse) S. Antonio Abate.
Abbiamo potuto visitare la cappella, fotografare l'affresco e raccogliere le informazioni grazie all'apertura del 23.06.2019 a cura della Compagnia del Pilastrello, l'associazione che da anni cura la cappella e la sua valorizzazione. Li ringraziamo.
Beata Vergine del Pilastrello di Paderno