Materiale
Informativo
Nome dell'autore: gabriele
Cognome dell'autore: marazzini
Quello che il Santo vede
Immagine dell'edicola
Data dello scatto: MonPMCESTE_June+0200RJunPMCEST
Coord. GPS: Cesano Maderno, via Milano 15
Nome del Santo: Gesù Crocifisso, Maria e le altre due Marie
Info e storie su questo Santo:

L’edicola rappresenta la scena classica della Crocifissione. Il paesaggio è dipinto sullo sfondo, in primo piano, le statuette della croce con Gesù morente, Maria ai suoi piedi e lì accanto Maria Maddalena e Maria di Cleofa.

La scritta superiore, di dimensioni insolite, rimanda alla storia di questa edicola.

Fu realizzata nel 1923 da Ernesto Donghi, che dal 1920 al 1923 fu sindaco di Cesano. Era stato eletto nel Partito Popolare e in quegli anni caldi fu un fiero antifascista. Subì minacce, percosse, olio di ricino, fu arrestato insieme al Parroco e trascorse qualche settimana in carcere a Monza. Evidentemente tutto ciò non bastò a ridurlo alla ragione, come i fascisti si aspettavano. Nella notte tra il 18 e il 19 maggio del 1923, una squadraccia, decisa a fare sul serio una volta per tutte, irruppe nella sua casa (quella sulla cui facciata esterna ora c’è l’edicola) e massacrò di botte lui e la moglie, incinta. La moglie ebbe la peggio: sopravvisse a fatica, a fatica riuscì a portare a termine la gravidanza (dovette andare a partorire in clinica a Milano, cosa inaudita a quei tempi) senza problemi per il piccolo, ma restò inferma per il resto della sua vita. L’Ernesto se la cavò con ferite da cui riuscì a guarire. Convinto che a salvarlo fosse stato il Signore, che con la sua passione e morte in Croce aveva già riscattato tutte le nostre sofferenze, per quanto grandi, fece realizzare questa edicola sulla facciata di casa sua, a perenne memoria della grazia ricevuta, per aver avuto salva la vita, sua, della moglie e del figlioletto.

Qualche anno fa, quando la casa fu ristrutturata, fu aperta una porta di ingresso proprio sotto l’edicola. Così la scritta, che nella versione originale aveva le prime due righe sopra l’edicola e le altre due sotto, è stata riposizionata tutta al di sopra. La frase è tratta dalla Bibbia (Lamentazioni 1,12) ed è attribuita al profeta Geremia cha canta la tragedia di Gerusalemme devastata dal re babilonese Nabucodonosor nel 586 a.C.

Ringraziamo il nipote di Ernesto, che raccontandoci la storia del nonno, ci ha fatto rivivere quei momenti drammatici.